Unico Dialogo pubblico di U.G. dopo quella che lui chiama "Calamità"

Istituto Indiano della cultura per il mondo di Bangalore 1972 

 (Translation from English by Pierluigi Piazza.)

Lasciatemi, prima di tutto, ringraziare le autorità dell'istituto indiano per cultura umana per avermi dato l’opportunità di incontrarvi qui. Ero molto riluttante ad accettare l'invito del signor Venkataramaiah, ma in qualche modo, sono rimasto coinvolto, se mi permettete l'uso di questa parola.

Come ha sottolineato il signor Kothari, non amo affatto tenere discorsi. A voi piace molto ascoltare discorsi, conferenze, dibattiti o discussioni e via dicendo. Non so se avete mai realizzato da voi stessi e per voi stessi, che voi non ascoltate nessuno e niente in questo mondo. State sempre e solo ascoltando ciò che dite. Realmente io non so cosa dire in questa sede. Non so cosa voi vi aspettiate di sentire, o cosa vi aspettiate che io faccia.

Si suppone che questo sia un discorso, un dialogo. Io ribadisco molto spesso a quelli che vengono a farmi visita che nessun dialogo è possibile, che nessun dialogo è necessario. Questo può sembrarvi molto strano ad ogni modo è un fatto che ogni dialogo è impossibile e comunque non necessario.

Se me lo permettete dirò poche parole per "mettere in movimento la palla"; (è un espressione molto logora ma serve allo scopo).

Dirò poche cose sullo stato di "non conoscenza". Com'è possibile parlare della "non conoscenza"? Necessariamente si devono usare delle parole. E allora si possono usare le parole senza indulgere in concetti astratti? Io dico che è possibile ma nello stesso tempo non voglio asserire che questa sia una "comunicazione non verbale". E' una cosa assurda, non esiste assolutamente una cosa come la "comunicazione non verbale". Ma forse poche parole come queste vi permetteranno di capire che è proprio il pensiero che vi impedisce di sperimentare direttamente la vita ed i suoi movimenti.

Questo stato di non conoscenza non è un mio stato particolare, (Io lo chiamo lo stato naturale del nostro essere). Questo stato è tanto vostro quanto mio. Non è lo stato dell'uomo che ha realizzato Dio, ne lo stato dell'uomo auto realizzato, neanche è lo stato del santo. Esso è lo stato naturale di ciascuno di noi, ma siccome voi state cercando qualche altra cosa, state inseguendo qualche stato di liberazione, mutazione, o realizzazione, (non so che parola usare), voi siete persi.

Ma come è possibile capire le limitazioni del pensiero? Ovviamente il solo strumento che abbiamo a nostra disposizione è proprio il pensiero. Ma cos'è il pensiero? Vi potrei dare un mucchio di definizioni, e dal canto vostro voi già avete un mucchio di idee riguardo al pensiero. Posso dirvi che il pensiero è materia; che è una vibrazione, e che tutti noi funzioniamo in questa sfera di pensiero.

Ognuno di noi cattura i pensieri da questa sfera, perché l'organismo umano è un campo elettro magnetico e questo campo elettro magnetico è il prodotto della cultura.

Può sembrare poco appropriato in questa sede dire che per essere nel vostro stato naturale, tutto quello che ogni uomo ha provato e sentito prima di voi deve essere eliminato. Questo significa che l'intera cultura umana nella quale voi siete cresciuti deve essere estromessa dalla vostra vita.

E' possibile una cosa del genere? Si lo è. Ma nello stesso tempo è così difficile perché ognuno di noi non è altro che il prodotto di questa cultura. Non siete differenti dalla cultura stessa e non potete separare voi stessi dalla cultura. Nello stesso tempo questa cultura è il blocco che vi impedisce di essere nel vostro stato naturale.

Può questo "stato naturale", essere catturato, contenuto ed espresso attraverso le parole? No non è possibile. E' uno stato non cosciente della vostra esistenza. Non potrà mai divenire parte del vostro pensiero cosciente. Ed allora perché io dovrei parlare di questo stato di non conoscenza? Non ha nessun utilizzo nella vita pratica di ogni giorno, non può mai diventare parte del nostro pensiero cosciente e delle nostre esperienze.

Qui devo spiegare cosa intendo con le parole "coscienza". Probabilmente voi ed io gli attribuiamo un significato diverso. Non so. Quando diventate coscienti di una cosa? Solo quando il pensiero si frappone tra ciò che sta di fronte a voi e ciò che è supposto essere là dentro di voi. Quella è la coscienza. Quindi voi dovete necessariamente usare il pensiero per diventare coscienti delle cose o delle persone attorno a voi altrimenti non sareste coscienti di nulla. Però nello stesso tempo voi non sareste incoscienti.

C'è un area dove voi non siete ne coscienti ne incoscienti. Ma la coscienza - se mi lasciate usare questa parola - esprimerebbe se stessa nel modo che le è proprio, e quello che previene la possibilità della coscienza di esprimersi è il movimento del pensiero.

Cosa possiamo fare in merito a questo pensare? E' una cosa costruita in milioni e milioni di anni. Si può fare qualche cosa riguardo al pensiero? Si può fermarlo? Si può modificarlo? Si può dagli una forma? C'è una cosa qualsiasi che si possa fare circa questo pensare?

La nostra cultura, la nostra civiltà, la nostra educazione, ci hanno portato ad usare il pensiero come strumento per vivere. Dunque può quello strumento essere usato per capire la sua stessa natura? No! non è possibile. E ancora quando voi vedete la tremenda potenza di questo movimento del pensiero e capite che non c'è nulla che voi potete fare a riguardo esso, naturalmente tende a quietarsi e cade nel suo ritmo naturale.

Quando dico: "non so", voglio contraddire le persone, in india, che dicono che il pensiero deve essere usato per raggiungere uno stato meditativo di assenza di pensiero. Non esiste una cosa come uno stato privo di pensieri, i pensieri ci sono e ci saranno sempre. Il pensiero finirà solo quando voi sarete un corpo morto. Lasciatemi usare queste due parole: "corpo morto". Altrimenti i pensieri sono in voi ed in voi rimarranno.

I maestri spirituali che vi dicono che raggiungerete uno stato di assenza di pensiero vi stanno pigliando in giro. Possono promettervi che in quello stato di assenza di pensiero, in quello stato di silenzio, di quiete o di "mente calma", o qualunque espressione vogliate usare, ci sarà realmente beatitudine, amore, gioia e stati estatici dell'essere. Tutto ciò è "falso" perché quello stato......ammesso che esista uno stato di beatitudine, non potrà mai essere sperimentato dalla nostra coscienza, non potrà mai essere parte della nostra esistenza.

Così voi potete gettare tutte queste idee, concetti ed astrazioni, circa questi stati di beatitudine, nel "cesso", se mi passate questa espressione un po' forte ma comune.

Allora uno cosa deve fare? C'è qualcuno che può aiutarvi? Nessun agente esterno vi può essere di aiuto. Significherebbe rigettare e rifiutare completamente tutto quello che il genere umano ha pensato, sperimentato e sentito prima di voi. Finché rimarrà la più piccola traccia di conoscenza in qualsiasi forma nella vostra coscienza, voi vivrete in uno stato di coscienza divisa.

Il signor Kothari ha fatto un riferimento al raggiungimento di uno stato di "non conoscenza", o di calamità, (come io stesso mi riferisco a questo stato). Cosa sia successo io stesso non posso conoscerlo. All'improvviso il pensiero è tornato al suo stato naturale; la continuità si è interrotta.

Così quello che io sto dicendo ora non è il prodotto del pensiero, non è una produzione del mia struttura di pensiero, ne è una frutto della logica. Quello che sta succedendo qui è solo l'espressione di quello stato dell'essere dove uno non conosce cosa stia succedendo. Voi non sapete come questo organismo sta funzionando. Come il signor Kothari stesso menzionava questo è un puro e semplice stato fisico e fisiologico dell'essere. Non ha nessun contenuto religioso, ne contenuti mistici. Allo stesso tempo questa "cosa" straordinaria, questa straordinaria intelligenza che è presente e che è il prodotto di secoli e secoli di evoluzione della specie umana, è capace di esprimere se stessa, e di trattare ogni situazione, senza creare problemi.

Q: posso interrompervi? Mi è stato detto da gente che vi è vicina, che quando successe questa calamità voi non potevate ricordare neppure le cose più ordinarie. Dovevate chiedere come un bambino, cos'è questo o quello? Anche se c'era un fiore davanti a voi, voi non sapevate che era un fiore. Così voi usavate chiedere: "cos'è questo?" e la signora svizzera che vi accompagnava (Valentine che è qui con noi), vi diceva: "questo è un fiore"; a quel punto voi chiedevate ancora "cos'è questo?" Volete quindi dire che quando successe la "calamità", tutte le capacità di riconoscimento erano andate perse?

U.G. Non solo allora, ma anche ora, come ho detto questo è uno stato di non conoscenza. Ma dato che la memoria è presente nel nostro background quando c'è una richiesta essa torna ad operare. Lo stimolo deve provenire dall'esterno, perché non c'è nessuna entità qui. Non c'è un centro, non c'è un se, ne un anima, non c'è proprio nulla. Voi potete non essere d'accordo, potete non accettarlo, ma le cose stanno esattamente così.

La totalità dei pensieri e dei sentimenti non è presente. Ma in voi c'è questa illusione che ci sia un'insieme di pensiero e sentimento. Questo organismo umano sta rispondendo agli stimoli dall'esterno. Voi state funzionando in quella sfera dove migliaia e migliaia forse milioni e milioni, di sensazioni stanno bombardando questo corpo.

Dato che non c'è un centro qui, dato che non c'è una mente, dato che non c'è nulla qui cosa sta succedendo? Quello che sta succedendo è che questo organismo umano sta rispondendo agli stimoli, se posso metterla in questi termini. Non c'è nessuna entità che sta traducendo queste sensazioni, in termini di esperienze già avute ma c'è un contatto vivo con le cose attorno.

Questo è tutto ciò che c'è qui. Una sensazione dopo l'altra stanno urtando questo organismo e mentre ciò succede qui non c'è nessun coordinatore. Questo stato di non conoscenza non ha nessuna relazione con Brahman, o con il vostro Nirguna Brahman o cose simili. Questo stato di non conoscenza invece ha le sue proprie relazioni con le cose che gli stanno attorno. Quando guardate un fiore non sapete a cosa state guardando. Ma quando c'è una richiesta - e la richiesta è sempre dall'esterno - allora la conoscenza, le informazioni che sono presenti, chiuse in questo organismo, riemergono e dicono: "questa è una rosa", "quello è un microfono", "quello è un uomo", "quella una donna", e così via.

Questo non succede perché c'è una spinta dall'interno, ma è l'esterno che fa uscire queste risposte. Così io dico questa azione sta sempre avvenendo fuori da questo organismo, mai all'interno.

Come posso essere cosciente che queste sensazioni stanno bombardando l'organismo tutto il tempo?. E' solo perché c'è una coscienza attenta a se stessa ma non c'è nessuno che è cosciente delle cose che stanno succedendo. Questo è un organismo vivente e questo stato di vitalità sta funzionando nel suo modo naturale.

Signor Kothari: U.G. mi sembra che questo Nirguna Brahman, Atman, o comunque si voglia chiamare, (c'è chi usa la parola Bhuma, un 'altro usa "sconosciuto", un terzo, "Akal", (senza tempo), un quarto qualcosa altro), sia, a detta di tutti, inconoscibile ed indescrivibile, "Neti, Neti".

Probabilmente vogliono significare qualche cosa. Non so. Io penso che loro intendano quello che lei sta definendo come "totalità". Nella mia comprensione, questo Brahman significa "totalità". Se io traduco questo stato negli stessi termini, probabilmente è la stessa cosa come essere nello stato di Bhrama ed è il pensiero che sta limitando "Alpa", o che sta limitando "Bhuma", il quale limita il senza limite, finche non si ha la creazione dell'individualità in noi. Magari sbaglio, magari sto interpretando, ma io dico che è possibile che le persone che la ascoltano non conoscano i termini antichi. Lei non sta usando questi termini dato che è più avvezzo alle nuove definizioni. Ogni maestro, ogni persona che ha raggiunto questo stato ha generalmente usato termini diversi, parole diverse, a secondo del proprio background culturale. Ma personalmente io credo che vogliate significare la stessa cosa. Questo è un commento a quello che lei sta dicendo.

U.G. (ridendo), cosa vuole che dica? Se realmente avessero capito non sarebbero qui. Non andrebbero da nessuno. Non avrebbero domande. Se loro traducono quello che dico nei termini delle loro particolari suggestioni, o nel contesto del loro background, questa diventa la loro tragedia, la loro miseria. Il mio discorso non li ha aiutati. Questa è il mio dubbio.

E' servito a qualche cosa? Perché girate attorno a questi concetti? Essi sono oltre tutte le frasi. Quando lo avete capito, se realizzerete questa cosa - cioè come questo meccanismo funziona, in modo automatico, e meccanico - voi realizzerete anche che tutte queste frasi, queste definizioni sono senza senso. Ovviamente voi potete chiedermi perché io stesso stia cercando di descrivere queste cose. E' perché voi ed io abbiamo creato questa situazione sfortunata, dove voi mi avete messo qui e mi avete chiesto di parlare ed ovviamente come ho espresso all'inizio io posso solo usare parole. Il momento che io smetto di parlare tutto dentro di me finisce. Voi vi chiederete se è davvero cosi? Si nel mio caso tutto finisce perché non c'è continuità di pensiero.

Ma torniamo ai concetti a cui si riferiva il signor Kothari circa le cose attorno me. Qui c'è una poltrona. Io non so cos'è e nello stesso tempo se mi chiedeste cos'è questo io risponderei immediatamente: "è una poltrona". Tutta la conoscenza è presente nel retroterra. Essa viene automaticamente come una risposta ma, se non c'è richiesta tutte le mie impressioni sono giusto un riflesso delle cose attorno a me.

Io non traduco la poltrona nei termini di un'immagine mentale ma devo necessariamente usare le parole questo è un riflesso delle cose esattamente così come sono. Non mi piace usare queste frasi metafisiche perché voi tendete a tradurle nei termini della vostra conoscenza. Non esiste affatto un soggetto qui, indipendente dall'oggetto. Quindi non c'è nulla qui in me. Quello che c'è attorno a me è tutto quello che c'è anche dentro di me ed io non ho modo di sapere cosa sia.

Quando giro gli occhi quello che stavo vedendo scompare e al suo posto c'è qualcosa d'altro. La cosa precedente è letteralmente finita e la cosa successiva è di fronte a me esattamente nel suo modo di presentarsi senza interpretazione da parte mia. Ma non c'è conoscenza di cosa sia. Ecco Perché dico che è uno stato di non conoscenza. Sicuramente voi troverete dei parallelismi a quanto dico. Quello che sto provando a sottolineare è l'essenza di quello che tutti voi state facendo in questo momento. E' lo stato che sto descrivendo e questo non è il mio stato ma è anche il modo e lo stato in cui voi funzionate.

Posso darvi un esempio di come funziona nel campo della spettroscopia. Io non leggo libri, ma qualche volta leggo riviste. Mi interessano queste cose. La tecnologia ha sviluppato lenti molto potenti per prendere le fotografie. Le tecniche di esposizione parlano di micro secondi, nano secondi e pico secondi. Questo non significa nulla per voi e per me. E' un linguaggio tecnico. Ora i tecnici sono in grado di prendere foto di un oggetto, diciamo per esempio questo tavolo in pico secondi. Nello stesso identico modo in cui lo è il riflesso degli oggetti in un preciso istante, una volta smesso di guardare voi tornate ad essere voi stessi. Ma non traducete questo in termini di novità o cosa obsoleta. non può esservi trasmessa in nessun modo è qualche cosa che non potrà mai diventare parte della vostra esperienza.

Vi sto riversando addosso un sacco di conclusioni ma anche questo è qualche cosa che voi non potete sperimentare. Non so se riuscite a capirlo.

Voi dovete necessariamente concettualizzare per sperimentare le cose. Quello che sto cercando di dire e che non è possibile fare esperienza del vostro stato naturale. E' qualche cosa che non potrà mai entrare nella vostra struttura esperienziale. Voi invece state cercando proprio questo. Tutto ciò che volete realizzare o scoprire è parte di questa struttura esperienziale. Ma questa struttura e lo stato naturale, non possono coesistere.

Sig. Kothari: lei vuole dire che tutte le cose sono in continuo movimento. I sensi umani sono limitati, e non possono seguire i veloci movimenti dell'esistenza. Non riescono a rispondere a reagire. Lei dice: finché c'è la necessità di riconoscere le cose attorno a noi, questo pensiero, questa concettualizzazione, queste parole, sono il giusto un modo di reagire. Non c'è altra necessità di concettualizzare o di tradurre. Sto descrivendo quello che ho compreso del vostro stato?

U.G.: questo è ciò che lei ha capito. (ridendo). Non voglio sembrarle irriverente.

Sig. Kothari: io non sono niente. La mia impressione è che lei stia provando a depistare l'uditorio con le sue parole…

Tutte le persone a cui è successo questo hanno provato ad esprimerlo con parole che qualcun altro aveva usato: è sempre nuovo. è sempre fresco e sempre indescrivibile.

Quando queste persone si incarnano devono dire qualche cosa riguardo a questo stato. Lei (U.G.) dice: non è ne vecchio ne nuovo. Non lo è perché lei non lo traduce con il metro delle esperienza passate, anzi non lo interpreta mai a meno che, come lei dice, non ci sia una necessità di traduzione. In questo modo la vita è indescrivibile fresca straordinaria. Straordinariamente fresca, straordinariamente nuova, anche se lei non usa le parole fresca e nuova. Questo è ciò che ho capito.

U.G.: la necessità del pensiero di divenire operante è decisa da fattori esterni all'organismo. Il quando, il perché e il come avvenga questa "interpretazione" sono determinati da quello che succede fuori. Queste cause sono sempre esterne. Quando c'è una richiesta il pensiero probabilmente separa se stesso per un attimo per rispondere alla richiesta della situazione e quindi ritorna al ritmo della vita. Quindi il pensiero ha solo un valore funzionale e non ha assolutamente nessun altro valore.

Inoltre la continuità del pensiero distrugge la sensibilità dei sensi. Quando il movimento del pensiero è assente i sensi diventano straordinariamente sensibili. Quando dico sensibilità intendo la sensibilità insita nei sensi e non la sensibilità della mente. La sensibilità della mente è un inganno. Voi potete creare uno stato della mente dove vi sentite sensibili verso tutti e verso tutto e potete pensare che tramite questo stato state raggiungendo qualche traguardo. In fondo è ciò che fate tutto il tempo.

Non c'è nulla da raggiungere, nulla da guadagnare, nulla da ottenere e nessuna meta da perseguire. Ciò che non permette al vostro stato naturale di esprimere se stesso nel modo che gli è consono è il movimento del pensiero il cui solo scopo sarebbe quello di funzionare bene in questo mondo. Quando il movimento del pensiero non c'è, (devo esprimermi in termini di tempo), ma il tempo è pensiero. Se c'è il pensiero c'è anche il tempo. Quando c'è il pensiero c'è anche il sesso, quando c'è il pensiero c'è anche dio. Quando il pensiero non è presente, non c'è dio non c'è sesso non c'è nulla. Può sembrarvi opinabile ciò che dico.

Sig. Kothari: "affatto"

U.G: ma la droga della virtù che voi praticate, la pratica di queste virtù non è affatto il fondamento di questo stato naturale. La pratica dell'astinenza, della continenza e del celibato non è la strada per arrivarci. Ma se voi volete indulgere in queste cose e con ciò sentirvi superiori, sono affari vostri. Io non sono qui per liberarvi ne per condurvi da nessuna parte, ma questo è un fatto e voi dovete comprendere i fatti come tali.

Non è una comprensione logica, ne una cosa razionale. Un fatto è un'azione. La verità in movimento. La realtà in movimento. Ma non voglio usare queste parole, perché sono parole caricate con diversi significati.

Voi sapete tutto circa la verità la realtà. La sfortuna circa questo problema, è che voi sapete tutto circa queste cose e quel "sapere", è la vostra miseria.

Verità e realtà sono cose che voi non conoscete per nulla io non dichiaro di saperle. Io stesso non so; ecco perché è uno stato di non conoscenza. Lasciate perdere dio, lasciate perdere le realtà ultime o altro. Realmente io non so cosa sto guardando. Se dicessi questo ad uno psichiatra, egli mi vorrebbe, certamente, mettere su di un lettino e direbbe che qualche cosa di basilare in me non funziona. Ma io sto funzionando come ogni altro essere umano. Se egli non lo capisce è un suo problema, non un mio problema. Quindi tutta la vostra ricerca per la verità la realtà e dio è una cosa falsa. Siete tutti su una giostra e volete continuare a girare.

Come potete chiedere di una cosa che non sapete? come potete ricercare tale cosa? Voi tutti sembrate sapere, sembrate avere un'immagine di questo stato. Dalla descrizione di questo stato probabilmente voi avete già creato una vostra immagine. Ma quale stato? Qualcuno mi chiede quale è questo stato nel quale io sono? Che stato? Lo stato del Mysore, oppure il Tamil Nadu. Di che stato state parlando? Questa è la mia risposta. Quale è lo stato di cui state parlando? Questo è il vostro stato naturale. Voi non volete comprendere ciò. Voi non volete essere nel vostro stato naturale. Ci vuole un'intelligenza straordinaria per essere nel vostro stato naturale, per essere voi stessi.

Invece voi volete sempre essere qualcun altro. Volete imitare la vita di qualcun altro. - volete imitare la vita di Gesù, di Buddha, di Shamkara - Voi non potete farlo perché non sapete cosa ci sia oltre. Finirete a cambiare le vostre cose da rosa a giallo, da giallo a zafferano da zafferano a rosa a secondo del vostro umore. Ma come potete chiedere di qualche cosa che non conoscete? Come potete cercare qualche cosa che vi è sconosciuto? Questa è la mia domanda. Vedete la vostra ricerca non ha nessun significato. Solo quando la ricerca finisce, quello che realmente è, esprimerà se stesso nel modo che gli è proprio. E’ qualche cosa che non potete usare. Voi non potete manipolare l'azione delle cose che hanno una loro propria intelligenza straordinaria.

Essere se stessi è la cosa più semplice. Ma voi non volete essere nel vostro stato naturale. Vorreste piuttosto essere qualcun altro. Questo è il vostro problema. Essere voi stessi non richiede tempo. Ma voi parlate di stati senza tempo che sono assurdi. Occorre del tempo per essere voi stessi? Per essere uomini di Dio, uomini meravigliosamente religiosi, per essere in uno stato di pace, di benessere di beatitudine, ovviamente ci vuole tempo. E questo succederà ovviamente domani. Quando il domani arriva voi dite: - sarà per domani l’altro - Questo è il tempo. Non sto parlando in termini filosofici metafisici dell'assenza di tempo. Non esiste una cosa come l'assenza di tempo.

Sto asserendo cose, tirando conclusioni. Voi avrete da obiettare a ciò che dico. Prendete, o lasciate. Non mi aspetto che voi prendiate per buono tutto quello che sto dicendo. Voi non siete nella posizione di accettarlo o rigettarlo. Non potete rigettarlo perché non rientra in nessun particolare area della vostra filosofia. Shamkara, Gaudapada, Ramanuja, Madhvacharya o dio sa che altro. C'è troppo di loro in voi. Quindi come potete capire ciò che dico? La sola cosa che potete fare è di accontentarvi delle briciole. Girare le spalle a tutta la faccenda spirituale è una cosa che richiede un grande coraggio. Non il coraggio di quelli che scalano le montagne come l'Everest o che attraversano il canale della Manica, o che fanno la traversata degli oceani. Questo non è ciò che intendo. Ciò che intendo è un coraggio diverso. Voi citate la vostra Bhagavad Gita o il vostro Brahma Sutra. Che senso hanno tutte queste frasi? "Abhayam Brahma". (L'assenza di paura è Brahman). Perché voi tutti ripetete queste frasi? Sono senza senso. Ripeterle è una cosa meccanica. Come stai? Sto bene. Si bene non potrei stare meglio. Voi sapete che in America usano dire: "come stai questa mattina?". Sto bene non potrei stare meglio. Allo stesso modo voi gettate addosso queste frasi a tutti. Se voi comprendeste il modo in cui questa struttura meccanica sta funzionando dentro di voi, vedreste l'assurdità dell'intero meccanismo di discutere queste cose all'infinito e sareste pronti per buttare tutto quando dalla finestra e andarvene via.

Sig. Kothari: io penso voglia significare questo.... Quando lo incontrai.... (Lo conosco da circa 5 anni....) gli spiegai che ho letto le Upanishads, questo e quello.... Gli ho ricordato il passaggio nella Isavasyopanishad, "asmai nayatu patha," "Oh fuoco tienici sul giusto sentiero".

Io trovo che c'è una sorta di fuoco in lui la quale, qualche volta, temo possa spaventare una persona che non capisce e prova anche a capire coll'intelletto quello che lui sta cercando di comunicare.

Da quello che comprendo lui non sta invocando niente, non usa sistemi precostituiti. Dice qualche cosa riguardo a quello stato - lo stato naturale - ma questo conseguimento di uno stato che noi abbiamo ipotizzato costruendolo con le nostre letture, lui dice che è futile in quanto sta stressando la struttura mentale, e la struttura di pensiero e gli da continuità. E questo U.G. dice che è inutile; anzi è la causa delle nostre miserie e di tutti i problemi. Sembra che egli lo abbia scoperto da se stesso. Questa struttura di pensiero si è rotta ed egli stesso dice che non sa come ciò sia avvenuto. Questo è lo stato di non conoscenza.

Quando lui dice queste cose io mi ricordo delle parole di Jnaneswar che diceva: "non so cosa sono e dove sono" anche oltre l'Avidya. Io capisco! Voglio solo ricordare ad alcuni dei miei ascoltatori qui che la novità del modo di esprimersi, qualsiasi cosa si stia provando a comunicare, è vecchia come le montagne e fresca come la vibrazione delle cose ora. E' fresca e anche più fresca delle parole che io vi sto dicendo. E' più fresca di quello. E’ antica e vecchia. Ma egli dice che richiede un coraggio totale. Un'altra cosa che ho notato in U.G. è una sorta di totale assenza di paura. Vorrei ancora citare le qualità divine menzionate nella Gita. Questo è qualche cosa che non si riscontra di frequente. Negli uomini normali le paure istintive stanno funzionando tutto il tempo, come egli dice, ma lui non esce da quello stato. Non so come gli sia successo. Ad ogni modo in lui c'è una tremenda assenza di paura, ed un senso di abbandono. Lui non è un esemplare vivente di tutte le virtù. Si annoia, si arrabbia anche; per un secondo voi potete vedere l'ombra della rabbia sul suo viso ma dopo un minuto voi vedete la sua faccia sorridente come la luna piena.

Probabilmente in quello che dice c'è qualche suggerimento. Lui dice, non avete il coraggio di gettarlo nel gabinetto. Non avete l'assenza di paura. Egli dice gettandola voi gettate via anche chi parla. Io spero che qualcuno di voi abbia sentito il desiderio di quello che sta cercando di comunicare.

Q: inaudibile. La tua domanda è quando c'è rabbia e dolore nel corpo cosa succede? Vuoi dire che succede al corpo o ad un’altra entità?

U.G.: prima di tutto non c'è proprio la rabbia, nel senso in cui noi usiamo quella parola. E' chimica pura e semplice e allora c'è quella che voi chiamate rabbia che è come ogni altra sensazione la coscienza o la vita o comunque vogliate chiamarla diviene cosciente di quella cosa chiamata rabbia e l'attimo successivo è svanita; non c'è più. Non vi spinge ad agire e così siete aperti alla sensazione successiva, in un continuo movimento. Voi guardate ad una cosa ed è tutto. Probabilmente il vostro corpo diventerà più debole se voi non mangiate. La gente mi da mangiare, così io mangio. Altrimenti la fame non esiste. Lo stesso per le pene. C'è una pena fisica, siccome non c'è continuità del pensiero, come ho sottolineato, non c'è neppure continuità del dolore. Viene ad impulsi nello stesso modo con il quale voi buttate fuori parole. Non c'è continuità di pena o dolore. Non voglio usare il termine di dolore psichico, perché ci coinvolgerebbe, ed agganceremmo un mucchio di concetti. C'è solo dolore fisico, e non ci sono altri dolori. Ma anche quel dolore non è continuo, cosi non comporta una grande sofferenza nel senso nel quale usiamo questa la parola.

Q: quale è il metodo per raggiungere quello stato?

U.G.: quale stato? Quando la ricerca di voler essere nel vostro stato naturale o nello stato di "dio sa cosa", o la ricerca dei vostri idoli, dei vostri eroi, dei vostri maestri è presente, vi tiene lontani da voi stessi. Questo è tutto ciò che sto cercando di puntualizzare. Se questa richiesta non c'è voi siete nel vostro stato naturale.

Quindi il "sadhana", il metodo, il sistema, le tecniche, vi stanno tenendo lontani da voi stessi. La meta che volete raggiungere è lo stato di qualcun altro. Come ho sottolineato, voi dovete sapere qualche cosa circa questo stato, sfortunatamente così tante persone hanno parlato di queste cose. Io stesso forse sto aggiungendo confusione. Date un calcio nel sedere a tutti. (sig. Kothari... ridendo...non ora)... si tiratemi delle pietre ed andatevene. Il mio interesse è di liquidarvi, come fattore nella coscienza. Se potete fare ciò non andrete in giro a sentire nessun altro.

Qualcuno tra gli astanti: se io ti tiro delle pietre, finirò in prigione.

U.G. questo è il problema con la vostra società ..... io non posso aiutarvi. Non sarò io a lamentarmi.

Non siete stanchi? Io posso andare avanti. Ma penso che quanto ho detto basti. Non ho detto nulla. Tutto quello che voi pensate che io abbia detto è un astrazione. Voi dite che ha senso! Come può avere senso? Se voi pensate che abbia senso non avete capito nulla. Anche se pensate che ciò che ho detto non ha senso alcuno non avete capito. Sono solo parole. Voi state solo ascoltando questo rumore; un fiume di parole che in modo meccanico escono da questo organismo. Non so in che modo esse nascano ed escano, mi piacerebbe saperlo. Mi piacerebbe sapere come sono finito in ..... questo stato?

Mi irrita sempre quando la gente mi chiede: "dicci qualche cosa circa quello stato? Di che stato parlano? Io conosco lo stato del Mysore. Ora sono nello stato del Mysore. Come faccio a sapere che sono nel Mysore? Lo so perché mi è stato insegnato. Ditemi che stato andate cercando? Quello in cui siete già è il vostro stato naturale, ve lo sto dicendo.

Ciò che vi tiene lontani dal vostro stato naturale, e quel movimento che vi spinge a cercare qualche cosa di diverso dallo stato in cui siete. Per essere voi stessi non occorre tempo. Se io fossi un idiota rimarrei idiota. Finito. Non voglio essere un uomo intelligente. Se lo fossi sarei sfruttato da qualcuno che si avvantaggerebbe della mia intelligenza. Cos'altro posso fare se non accettare la realtà del mondo. E' il solo mondo che esiste. Non ci sono altre realtà o cose come la realtà ultima. Questa che si presenta a noi è la sola realtà. Voi dovete funzionare in questo mondo. Non potete uscire da questa realtà. Potete farlo? No! Perché voi siete questo mondo. Dove potete andare? Nascondervi in una grotta? Ok i vostri pensieri vi seguiranno dovunque andiate così come non potete staccarvi dalla vostra ombra. Essa vi segue ovunque. Quindi non potete fare nulla circa i vostri pensieri. Questo è tutto ciò che sto dicendo.

Quando realizzerete l'assurdità dei vostri sforzi per fare qualche cosa riguardo al pensiero - è il pensiero che crea i problemi, esso è la vostra miseria, voi siete impotenti - Quando capirete che non potete fare nulla circa il pensiero, esso si quieterà, svanirà e voi non cercherete più di usarlo come mezzo per raggiungere qualche cosa per voi.

Voglio dire ancora una cosa. Voi siete pieni di desideri. Se non voleste nulla non ci sarebbe pensiero. Capite, il desiderio è pensiero, indipendentemente da ciò che desiderate - l'autorealizzazione, l'illuminazione - voi desiderate qualche cosa e questo implica che dovete usare il pensiero. Questi non sono i vostri pensieri, i vostri sentimenti. Può non piacervi, ma appartengono a qualcun altro. Voi dite che sono vostri. Li avete sfortunatamente fatti diventare vostri. Questo spiega il perché di tutte le vostre domande. Perché chiedete tutte queste cose? Queste domande sono state immesse in voi da cosi tanta gente - i saggi, i santi, i salvatori del genere umano, e tutti i sapienti vivi o morti - Sono tutti pronti a darvi le risposte. Hanno formulato un mucchio di falsità e voi andate ad ascoltarli, e vi lasciate stordire da loro. Questo è il vostro interesse. Volete che qualcuno vi batta sulla spalla e vi dica: "oh, bene stai andando molto bene. Procedi così e conseguirai il traguardo che persegui". Quale è quel traguardo che desiderate? Essere gentili, educati, parlare di saggezza. Sapete se andate in qualcuno di quei monasteri nell'est, (i trappisti), loro parlano e bisbigliano. Non comprendono quello che gli altri dicono. Quello è il segreto del cammino spirituale.

Sig. Kothari. Quando un uomo è innamorato, lui parla e bisbiglia alla sua amata; che obbiezioni ha riguardo a quelli che parlano e sperano?

U.G.: non ho nessuna obbiezione, mi meraviglia se sono realmente innamorati. Non occorrono parole riguardo a quello. Voi volete rassicurare il vostro partner che l'amate. Non è senza valore quel dannato amore? Questo non è affatto amore. Voi potete chiamarlo così non voglio inoltrarmi in questa discussione. E' un soggetto proibito. Quando mi chiedono qualche cosa sull’amore io rispondo: "è una parola di quattro lettere". E’ come ogni altra parola. Ci può essere relazione? Nell'amore esistono le relazioni? Questo è il vostro problema. Voi state provando in ogni momento a stabilire relazioni umane ma queste relazioni sono impossibili l'amore è relazione, la vita è relazione. Tutti quelle espressioni trite e banali voi le memorizzate e le ripetete. Tutte queste frasi diventano immaginazioni.

La prima e l'ultima libertà, e la libertà che c'è nel mezzo, cosa sono tutti questi non sensi? Sono frasi uguali a tutte le altre e ripetute senza fine dalla gente. Voi avete memorizzato queste nuove frasi e questo è tutto ciò che state facendo. Voi sedete e discutete all'infinito di questa consapevolezza. Cos'è questa consapevolezza di cui parlate? Come potete essere consapevoli di ciò. Potete esserne consapevoli? Se voi foste stati consapevoli solo per una volta nella vostra vita l'intera struttura psichica collasserebbe e rientrerebbe nel ritmo che le è proprio. Non dovete fare nulla in merito. Le parole non significano nulla. Voi potete parlare di consapevolezza, assenza di scelta, di condizionamento o altro. Cosa potete fare riguardo a questi? Condizionamenti e intelligenza. Voi non potete fare assolutamente nulla riguardo a questi.

Voi non potete liberarvi da essi. Volete liberarvi, o decondizionarvi e tutti gli altri non sensi ma come farete a decondizionarvi? Qualsiasi cosa tentate crea un altro condizionamento. Invece di ripetere le Upanishads finirete a ripetere qualche altra cosa letta sui libri.

Q: quale è il segreto della completa felicità.

U.G: non esiste la felicità. Io non mi pongo mai questa domanda. Molta gente mi chiede se sono felice. Che domanda è? Io non me lo chiedo mai. La completa felicità è un'invenzione.

Sig. Kothari: "un'invenzione della mente vuole dire?

U.G. Non esiste la mente. dov'è la mente? esiste una mente separata dal corpo? Distinto dal corpo? Queste domande sono senza senso. Voi non avete possibilità di separare voi stessi da ciò che sta succedendo. L'attimo in cui vi separate significa che voi avete coscienza di ciò - la conoscenza che vi è stata data sia dai biologi, o dagli psicologi, o dalle persone religiose- Così voi usate quella conoscenza per vedere. Non avete modo di sperimentare nulla senza la conoscenza. Lasciate stare Brahman e la realtà. Voi non potete avere esperienza di queste cose. Potete solo usare astrazioni ma cosa sono quelle astrazioni? Sono la conoscenza che avete di queste cose e questa conoscenza è il bagaglio che vi è stato insegnato; vostra madre, o il vostro vicino, o il vostro amico vi hanno insegnato che questo è un tavolo ma voi non potete sapere cosa sia, al di la di quello che vi hanno insegnato. Ogni volta che lo guardate voi dovete ripetervi: è un tavolo. Perché lo fate? Questa è la mia domanda. Questa è la continuità di cui sto parlando. Volete riassicurare voi stessi che ci siete. L'io non è null'altro che il suono della parola io. (Magari voi trovate qualche analogia tra quello che io dico e Shamkara o dio sa chi).

Sig. Kothari: Esatto esatto. Queste sono le stesse cose di cui gli altri hanno parlato.

U.G.: si. loro lo chiamano "Cit"...(coscienza). La coscienza della quale io parlo è uno stato dove non c'è quella separazione che fa dire che voi siete svegli, che voi state dormendo o sognando. Non c'è affatto divisione. Io non so neppure se sono vivo o morto questo è il mio stato. Non c'è modo che io possa saperlo. Il dottore può venire e dire che vuole esaminare i miei polmoni; "i polmoni stanno funzionando bene" - il cuore batte, c'è questo quello, e quell'altro quindi tu sei vivo, va bene, sono deliziato il dottore mi conferma che sono vivo.... ma.......

Q: come fa a sapere che si trova nello stato naturale?

U.G.: come dicevo, non può mai diventare parte della nostra esistenza cosciente. Semplicemente esprime se stesso. L'espressione di quella energia è azione. Sta agendo in ogni momento. Non sono concetti mistici quell’azione avviene sempre ed i sensi stanno lavorando al loro livello massimo ogni momento. Non è che voi volete guardare una cosa particolare, non c'è neppure lo spazio per un battito di ciglia. Gli occhi devono stare aperti tutto il tempo e quando sono stanchi il corpo ha insito un meccanismo naturale che preclude l'accesso alle sensazioni. Poi queste tornano.

Q: quale è questo meccanismo?

U.G.: supponi che qualcuno ti dia una risposta tu dove saresti? Puoi essere separato da quella risposta? Questo è ciò che dico. Voi potete separarvi da quel meccanismo e guardarlo solo attraverso la conoscenza. Sia che vi sia stata fornita dagli scienziati, dai santi o dai saggi. E quella conoscenza è priva di significato. Siccome voi state proiettando questa conoscenza su quello che state guardando, è questa stessa conoscenza che produce le esperienze. Ma lo stato naturale non potrà mai essere parte della struttura che fa l'esperienza. Questo è il problema, voi volete fare esperienza di questo. Sia che sia la coscienza di cui io parli, o lo stato naturale, o lo stato di non conoscenza o le cose che sono attorno a voi. Come sta esprimendo se stesso? Lo sta esprimendo in termini di energia, lo sta esprimendo in termini di azione nel suo modo proprio.

Se io uso certe parole: "è consapevole di se stesso" è consapevole della sua morte, è cosciente di se stesso tutte queste frasi vi possono sembrare molto mistiche. - ma voi non potete farne esperienza - Gli specialisti del cervello, se posso citare qualcuno, stanno provando a capire il cervello così devono trovare il modo di definirlo.

Essi lo hanno definito come lo strumento con il quale pensiamo ma non sono così sicuri. Voi non potete separarvi dal cervello e dalla sua attività e guardare il cervello. Potete guardarvi la schiena e dirmi qualche cosa riguardo ad essa. Qualcun altro deve dirvelo. Ma quest’altro che parla ha le sue idee personali, idee divertenti. "avete una schiena dritta".

I dottori osservano sempre le persone e dal loro punto di vista vorrebbero dirvi che quell'uomo e ammalato, che la schiena di quell'altro non è corretta e così via. Se invece di un dottore pigliate un pittore, la sua descrizione sarà diversa quindi questa è una cosa che voi non potete comunicare agli altri.

Potete comunicare le vostre esperienze sessuali? [signor Kothari perché solo le esperienze sessuali, tutte le esperienze]. O appunto ogni esperienza. e una cosa che tutti tentano di fare, i pittori, i poeti, gli scrittori. Stanno provando a comunicare esperienze. Esperienze che loro chiamano straordinarie nei loro ambiti. Sono come tutti gli altri artisti.

Q: come concilia la sua esistenza in questo mondo?

U.G.: non ci faccio caso. Esisto in questo mondo? Per me esiste il mondo? Dov'è il mondo? Non sto cercando di fare sfoggio di intelligenza con queste frasi. Non so letteralmente nulla. Sto parlando? Sto dicendo qualche cosa? E' come l'ululato dello sciacallo, l'abbaiare di un cane, o il raglio di un asino. Se riuscite a porre quello che dico allo stesso livello e sentire giusto le vibrazioni, siete fuori dall'inganno, e non andrete mai più a sentire nessuno. Finito. Non si dovrebbe parlare di autorealizzazzione. Voi realizzerete che non c'è l’autorealizzazione. Questo è tutto. Non esiste un centro. Giusto c'è la vita che sta lavorando in un modo straordinario.

Q: se i sensi non stanno funzionando, c'è la morte c'è uno stato di non conoscenza dove lei però sta ancora funzionando?

U.G: non c'è morte. Voi non siete mai nati. Non sto provando a mistificare. La vita non ha inizio ne fine. Secondo voi ha un inizio ed una fine? Quello che crea l'inizio è il vostro pensiero. Perché siete interessati dalla morte? La morte non esiste affatto. La vostra nascita e la vostra morte, non possono mai diventare parte del vostro bagaglio esperienziale. Non potete fare esperienza della morte perché voi non ci sarete. Qualcuno altro la sperimenterà. La vostra morte sarà la miseria di qualcun altro.

 

Stralci presi da registrazioni di nastri.

U.G.: voi desiderate conforto, affetto dalla persona con cui vivete. Voi volete questo e altro; volete tutto di tutto ma questo non è possibile. Quello che desiderate è la realizzazione, l'illuminazione la libertà e tutto quell'insieme di cose. Invece non c'è nulla da prendere ne da me ne da nessuno. Volete essere in pace con voi stessi. Non otterrete nulla da nessuno. Tutta questa ricerca disturba la pace che è già dentro di voi. La vostra idea di pace non ha nessuna relazione con la pace straordinaria della vita.

Q: sembra che noi non abbiamo proprio idea della pace.

U.G.: vi tocca vivere e soffrire con le vostre idee. Non c'è via di uscita. Se qualcuno vi offre una via di uscita andate da lui. Rimanete sulla testa o sulle spalle..... meditate - fate tutto ciò che volete, la miseria continuerà comunque. Anzi questa ricerca aggiungerà maggior miseria. Voi siete miserabili. Siete la miseria seduta, la misera che cammina, la miseria che vive. Volete uscire dalla miseria. Voi siete stonati. Cosa vi stona? Cosa distrugge quello che volete veramente? Sono tutti questi valori umani, tutte le cose buone. Voi volete la libertà e questo desiderio vi sta uccidendo. E' difficile da capire. Essere liberi dal desiderio di libertà è tutto ciò che vi serve. Non è semplice.

Q: perché non rimane null'altro?

U.G.: come puoi dire questo ora? Quando sarai in quello stato la domanda non sussisterà affatto. Quell'attimo è un attimo vivo. La vita non è interessata in nessuna di queste cose. Se la metto in questo modo diventa uno specchio per le allodole. Una carota. Se parlo della vita - di momenti vivi - diventa una poesia un aggeggio romantico. Diventa un'altra illusione. Tutto ciò che dico verrà aggiunto al bagaglio che avete già. Sarà un altro peso. Sembra una cosa nuova, ma è una cosa come tutte le altre. La novità è persa perché voi l'avete inserita nella vostra struttura di pensiero.

Questo è il perché dicevo a lui, che voi non vi siete mossi dal vostro "background", culturale.

Non importa dove andate -- J.K., U.G. Baba Free John -- il fatto di base rimane immutato. Non importa dove andate, state solo cercando una nuova bibbia, una nuova chiesa, un nuovo prete. Questa è la sola cosa che potete fare. Non potete fare altro.

Tutto ciò di cui avete bisogno per funzionare in questo mondo in modo intelligente e sano, è già dentro di voi. Non dovete fare nulla per imparare a funzionare in questo mondo. Tutto ciò che imparate è inutile per voi. La conoscenza è espansione. Gli scienziati dicono che la crescita dell'intelligenza termina a 16 anni. Tutto ciò che imparate dopo è solo un’espansione dell’orizzonte, e non sta in nessun modo aiutando la vostra comprensione.

Senza che il corpo sia coinvolto, la sua crescita finisce a 22 o 23 anni. Da quell'età in poi va solo deteriorando. Invecchiate lentamente. L'interesse di tutti è di fermare l'invecchiamento. Questo è tutto ciò che interessa alle persone. Per questo io non sono interessato ad avere più gente che viene da me. Pochi non mi interessano, e con molti non mi sento a mio agio. Sta succedendo in India e in America. Succede perché in quei paesi c'è più pubblicità e più curiosità. Non so se c'è qualche cosa nell'astrologia, ma essi dicono che diventerò l'idolo delle masse.

Assumete per un momento che esista un uomo illuminato, quell'uomo non potrà morire finche tutti nel mondo non avranno conosciuto che esiste anche se non possono non conoscere quello che dice. Questa è la grande tradizione indiana. E' in questo senso che queste persone hanno un messaggio da portare. Non come lo scandalo di Rajneesh e tutte quelle cose. Gli astrologi dicono: "finché non sarà successo tu non morirai". Per altri 21 anni tu ti muoverai in continuazione, fuggendo dalle persone per evitare che ti seguano. Io non so gli anni aumentano. Non mi interessa quello che dicono gli astrologi.

***

Q: lei ha samkalpa? (tendenze passate).... non ho altre parole per questo devo usare la parola sanscrita. (tendenze passate che influenzano il destino).

U.G.: vedi non c'è spazio tra le mie necessità ed i miei desideri. Non ho altri obbiettivi fuori delle mie necessità. E queste necessità sono le necessità fisiche del corpo. Non ce ne sono altre.

Q: non c'è niente connesso con ciò che vede?

U.G: no. Io non so quello a cui sto guardando. Realmente non lo so. La mia conoscenza langue nella memoria, ed è portata in superficie in risposta alle sollecitazioni del momento. In quel momento le conoscenze acquisite fanno la loro parte e poi svaniscono.

Q: quindi non ci sono samkalpa?

U.G.: non lo so. I pensieri sono là. Essi non sono i miei pensieri, o i vostri. Vanno e vengono. Non sono ne buoni ne cattivi. Voi dovete usare il pensiero per raggiungere le vostre mete. Nel mio caso io non posso usare il pensiero. Volere è pensare. Queste due cose vanno assieme. Quello che io voglio è nell'ambito delle mie necessità fisiche. Nell'attimo in cui sorge un pensiero l'azione è completa. Voi potete sentire uno spazio tra quello che io chiamo un'azione qui ed il completamento della stessa la fuori. Ma per me non esiste ritardo. Per esempio c'è la sete. Voi dovete dire a voi stessi che avete sete. Il pensiero entra nella scena e separa se stesso dalla sensazione che chiamate sete. Quindi l'azione è finita. Questo è ciò che intendo per azione.

Q: l'azione non è collegata alla sete?

U.G.: quello è di secondaria importanza. In quel senso l'azione è completa. Ogni azione è indipendente. la vita è azione. La vita agisce ogni istante. Non esiste un attimo che non sia intriso di sensazioni o altro e voi state rispondendo alle sensazioni ogni attimo. Ma in ogni caso ci sono alcuni momenti la cui natura vi rimane indecifrabile. Non so come lo chiamate Samadhi o Nirvikalpa Sahamdi. Il corpo ogni momento deve passare attraverso la morte per rinnovarsi. è un processo di rinnovamento.

Tutte le attività sensoriali si devono fermare per una frazione di secondo allora vi è possibile visualizzare e catturare quello stato. Ma se il corpo è in uno stato di riposo, ci vuole un tempo maggiore. Qualche volta per 49 minuti il corpo passa attraverso un processo molto elaborato di morte. In qualche modo ne esce da solo, perché c'è una richiesta costante da parte del corpo. Questo può accadervi in ogni istante anche mentre state camminando per strada. Ma le richieste del corpo sono così grandi che non lasciano durare a lungo questo processo.

Q: dopo quel processo di "morte", rimane qualche cosa come un "io"?

U.G.: stai parlando di un io dopo la morte? C'è un io ora in te? Dov'è questo io ora? Sei sveglio? Sei vivo ora?

Q: sento di essere sveglio. Sono venuto qui. Sono uscito di casa e sono venuto a vedervi.

U.G.: è vero. Anche io funziono come se l'intero mondo fosse reale. Voi dovete accettare la realtà di questo mondo così com'è. Altrimenti non potete agire nel mondo. Ma io non posso dire che sono sveglio, ne che sto dormendo. Guardo e non so cosa sto vedendo. I miei sensi lavorano al loro massimo, ma non c'è nulla dentro di me che dica: quello è verde, questo è marrone, che tu indossi una maglia bianca, un dhoti, gli occhiali eccetera. Non mi è stata somministrata nessuna anestesia, ma io realmente non so cosa sto guardando. La conoscenza che ho riguardo alle cose è nella mia memoria ma non sta lavorando. Allora sono sveglio, o dormo? Non ho modo di saperlo da me stesso. Ecco perché dico che in questa coscienza non c'è una divisione come "Jargatta", "Swapna" e "sushputi" -- non sono queste le parole per veglia, sogno e sonno profondo? La totale assenza della divisione nella vostra coscienza nello stato di veglia, sogno e sonno profondo può essere chiamata "Turya" -- non travisiamo queste cose è un'assenza totale della divisione. Dovete per forza usare i termini sanscriti: "nello stato di Turya".

Q: è il fatto che siamo coinvolti nelle nostre percezioni e ciò ci impedisce di essere nello stato che tu stai descrivendo?

U.G.: c'è una richiesta costante da parte vostra di sperimentare ogni cosa che vedete, ogni cosa che sentite dentro di voi. Se non fate ciò voi come vi conoscete, come vi sperimentate siete finiti. Questo vi spaventa. Non volete "finire", volete che quell'entità in cui vi identificate continui.

Tutti gli esercizi spirituali non fanno altro che rafforzare quella continuità. Le vostre esperienze, le vostre meditazioni, il vostro cammino spirituale. Tutte queste cose stanno rafforzando l’io. Sono attività che hanno come centro voi stessi.

Qualsiasi cosa facciate per liberarvi da questo "se", è ancora un'attività basata su voi stessi. Il sistema che adottate per raggiungere quello che chiamate "essere", è ancora un'attività nel "divenire". Non c'è una cosa come l'essere. Ogni attività, in ogni direzione, ad ogni livello diventa comunque un attività estesa nel tempo.

***

Q: lei dice che se la barriera del pensiero -- questo meccanismo protettivo -- è rimosso, il corpo risponde in modo ragionevole a tutto ciò che succede.

U.G.: in quel caso non c'è uno specchio riflettente. Tutte le tue azioni da li in avanti diventano azioni riflesse. Molte di queste cose sono trattate dalla colonna vertebrale. Questo spiega perché viene data così tanta importanza alla spina dorsale. Allora le sensazioni non raggiungono il cervello sono gestite ed eliminate prima. Nel momento in cui raggiungono il cervello, il pensiero viene chiamato in causa, allora c'è la richiesta di un'azione la quale serve a proteggere il corpo.

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U.G.: la struttura comparativa è assente. Se voi mi fate delle domande io devo naturalmente usare questa struttura comparativa. Devo usare avverbi ed aggettivi che sono parte del linguaggio, ma in realtà non significano nulla per me. Non che io finga o sia un ipocrita. Se dico è una cosa meravigliosa, intendo realmente ciò ma la cosa è meravigliosa in quel contesto. Io devo accettare la realtà di questo mondo altrimenti non posso agire nel mondo ma oltre quello non c'è nulla di meraviglioso. C'è invece la bellezza e quella "bellezza" non è un'idea, ne un concetto. Non è un pensiero, non è la risposta a qualcosa la fuori. Probabilmente è per questo che viene usata la frase: "Satyam Sivam Sundaram". Per esempio c'è una montagna o qualche cosa di straordinario; nel corpo c'è subito una risposta a quella bellezza e quella risposta si traduce in un cambio del ritmo del respiro. Voi pigliate un grande respiro e guardate quella cosa. Ma nell'istante che voi state realizzando quella bellezza, la vostra attenzione si è già mossa su qualche cosa d'altro. Così voi non vi sedete e guardate il sole sorgente per ore e ore, niente di quello ovviamente perché voi vi muovete con la scena.

Q: non è una risposta o una reazione a qualche cosa?

U.G.: no. Io faccio una distinzione tra reazione e risposta. Reazione comporta l'interferenza del pensiero e la traduzione dell'esperienza da parte del pensiero nel vostro sistema esperienziale invece la risposta agli stimoli è un singolo movimento. Non si può dividere la risposta dagli stimoli. Per esempio se tu muovi la tua mano io non muovo la mia in risposta, ma tutto il movimento è sentito dentro di me. Questo è il "feeling", non qualche cosa di emotivo, non un pensiero, nessuna di queste cose. Se urtate qualche cosa automaticamente dite "ahi".... è l'espressione del dolore. Non c'è nulla qui indipendentemente da ciò che sta succedendo la fuori. Ecco perché io chiamo ciò un "movimento". Il corpo è totalmente ricettivo non c'è qualche cosa come l'attenzione. Tutto quello che succede è registrato come un movimento. Dove sta avvenendo questo movimento? E' la? E' qui? O dov'è? Non so dirlo. Realmente non lo so.

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U.G.: non ci sono immagini nel mio caso. Le impressioni sono costruite dalle parole. Allo stesso modo escono da me. Non c'è un soggetto che sta ricordando. Supponete che io voglia memorizzare un poema o qualche altra cosa - per me è molto difficile fare una cosa del genere – E’ strano, se guardo una cosa quella è automaticamente registrata. Non c'è sforzo. Lo sforzo è una distorsione nel cuore delle cose. Se c'è una richiesta per qualche cosa le informazioni registrate riemergono senza sforzo. Qualche volta posso ricordare i nomi, nello stesso tempo non mi curo se non ricordo. Quello che dico è uguale a ciò che sperimentereste voi se non ci fosse il pensiero. In altre parole finché ci sarà il movimento del pensiero vi sarà impossibile capire quello che sto dicendo. Quando non c'è il pensiero, voi non avete bisogno di comprendere nulla. In quel senso non c'è nulla da capire.

***

U.G.: voi siete sempre occupati. Siete interessati ad ascoltare ciò che dico. A me non interessa dirvi nulla. Sentite l'abbaiare di quel cane la fuori? Voi lo traducete e dite: "quello è un cane che abbaia". Ma se voi foste consapevoli sentireste l'eco dell’abbaiare dentro di voi e non separato da voi. Voi state abbaiando e non il cane la fuori. Una cosa devo comunque dire. Ciò che io sto dicendo non nasce dal pensiero. Non è una disquisizione logica. Sono solo parole che sorgono dalla loro sorgente naturale senza l'uso del pensiero, senza il supporto della struttura pensante. Accettatele o lasciatele. Ma forse è meglio se le lasciate.

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U.G.: la gente viene e mi parla delle proprie esperienze spirituali. Cosa si aspettano da me? Vogliono che io li conforti e gli dica che stanno facendo bene. Andate avanti così e raggiungerete la vostra destinazione. Io non posso farlo. Io enfatizzo che quelle esperienze che voi considerate straordinarie sono totalmente non collegate a ciò che voi siete realmente. Questo è molto difficile da capire. Io do sempre l'esempio del tremore. Un tremito non sottintende che un giorno ci sarà un terremoto.... Questi tremiti non hanno nulla a che vedere con i terremoti. Il terremoto avverrà da un'altra parte non nel luogo nel quale voi pensate che debba succedere. Quando raggiungerete il vostro stato naturale, vi renderete conto che i fremiti che voi avete sperimentato durante quello che chiamavate "sadhana" sono totalmente estranei ad esso.. (lo stato naturale). Questo è molto difficile da capire. Ecco perché tutti quelli che sono sul cammino spirituale mi pongono la domanda: "come fai a sapere che tutta la tua ricerca non è stata responsabile di ciò che sei oggi?" Io posso dire che questo stato naturale, non è per nulla collegato a ciò che ho fatto o ciò che non ho fatto. In questo stato vedete che tutti i concetti collegati al cammino spirituale sono inutili, dato che il cammino spirituale è in relazione agli obbiettivi che voi avete. Come dicevo ieri ciò che c'è in corso in questo dialogo è "sadhana"... Dato che io sto chiudendo ogni via di uscita voi mi dite: perché non lasci almeno uno spiraglio aperto? Anche quello deve essere chiuso. Voi dovete Arrivare alla fine di voi stessi. Solo un maestro reale vi può dire queste cose. Nessun altro. Nessuno vi parlerà di questo. Non che con questo voglio dire di essere un maestro reale. Non fraintendetemi; ma i veri maestri non sono quelli che vi parlano dei testi. Solo un uomo così può parlare, ed un uomo così non incoraggerà mai nessun tipo di cammino spirituale dato che sa che è qualche cosa di inutile.

La vita è energia. è una conversione costante in energia. In ultima analisi però non c'è ne materia ne energia. Esse sono intercambiabili. ma quando sorge un pensiero quello è materia. Nella sua vera natura il pensiero si divide in due. Se attraverso qualche fortuna o attraverso qualche cambiamento strano il pensiero non si divide qualche cosa succede. Il pensiero esplode. Come un'esplosione atomica. Il corpo umano ha trilioni di atomi. E' un campo elettromagnetico. Quando un atomo esplode, esso distrugge ogni cosa che c'è in voi, innesca una catena a reazione. Voi non potete fare succedere una cosa del genere. Eppure c'è il 100% di possibilità che questo succeda ad ognuno di noi. Non che io vi stia allettando con un premio. Così funziona la natura. Eppure succede ad uno su un bilione. "perché non succede a me?" se voi cullate una tale domanda, non avete speranze.

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